6 aprile 2010

La Prima Linea

Caro lettore,

ho visto ieri il dvd del film La Prima Linea di Renato De Maria, adattamento del libro di Sergio Segio, ex combattente di Prima Linea, di recente scarcerato e impegnato nel volontariato sociale. Il film è un resoconto lucido della storia del terrorismo italiano tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80, una ammissione esplicita di colpa del protagonista (lo stesso Sergio, interpretato con misura e intensità da Riccardo Scamarcio, al meglio delle sue capacità). Nemmeno per un momento un'apologia del terrorismo, pur illustrandone le motivazioni, ma una ricerca di espiazione attraverso la scoperta della disumanità della scelta della violenza come mezzo eversivo e di rivoluzione. Insieme a Scamarcio una sempre brava e bella Giovanna Mezzogiorno, che incarna quell'anima passionale della lotta, più dura a ricredersi.

Ma aldilà di tutto il film fa riflettere sulla violenza come strumento illecito di costruzione del vivere sociale, perché la violenza non è solo quella degli attentati e dei terroristi, a volte la violenza è delle istituzioni, a volte nella vita la violenza è quella psicologica del sistema economico e quella teologica dei dogmi e dei "principi non negoziabili". La violenza ha un terribile potere di seduzione, quello dell'espressione classica che "il fine giustifica i mezzi", che è giusto sottomettere l'altro fisicamente, o psicologicamente, o moralmente, "per il suo bene" o peggio "per il bene di tutti". La violenza si è sempre giustificata così e ancora lo fa. Almeno la violenza eversiva e rivoluzionaria, con la sua posizione di "fuorilegge" non può nascondere più di tanto questa sua natura perversa.

Il vero problema è la violenza istituzionalizzata, quella "legale" dei sistemi sociali, politici, economici, religiosi, che si occulta dietro i codici e le pretese di "sicurezza", come nella nostra sciagurata Italia di oggi. Che paventa il "disordine" e cerca l'"ordine", che poi spesso diventa "normalità" ovvero omologazione, appiattimento, decerebrazione diffusa... Perché gli "altri", sempre "loro" mai "noi", sono stupidi e vanno guidati dall'alto come bambini, anzi come marionette... senza dignità, che è anche la dignità di poter sbagliare, imparare dai propri errori, fare esperienza sulla propria pelle, che sia autentica e non sempre "confezionata" e "digerita".

La "sicurezza", la "legge" e l'"ordine a ogni costo" hanno un prezzo, pericoloso e pesante, che poi produce i mostri che la nostra storia conosce bene, "terrorismo" da un lato e "dittatura" dall'altro. Tutto per non affrontare la "paura", quell'aspetto irrinunciabile dell'esperienza umana, quando si fa consapevole della sua finitezza, fragilità e limitatezza intrinseca, che niente, nessuna certezza, dogmatica, legale o ideologica, può fugare. Salvo forse l'esperienza autentica, profonda e condivisa della Fede, qualunque aspetto o nome essa assuma...

A presto!