30 novembre 2010

C'è da piangere, ma ridiamoci su...

Caro lettore,

oggi è una giornata molto particolare... no, non come il film Una giornata particolare di Scola, anche se è particolare per la Scuola (gioco di parole?) e per il Cinema...

Per la scuola perché è in discussione (ancora) alla Camera lo sciagurato ddl Gelmini per la riforma dell'Università... riforma nel senso che sta diventando un riformatorio, se va avanti di questo passo, ma è bello vedere gli studenti (e non solo) manifestare in tutta Italia, anche se queste manifestazioni vengono ostacolate in tutti i modi possibili dalle forze del (dis)ordine, per volere del Governo semi-fascista che abbiamo (vedi piazza Montecitorio presidiata anche se il sit-in di protesta era stato autorizzato dalla Questura)... Facendo una digressione, ma lo sanno i membri delle forze del (dis)ordine che esiste anche l'obiezione di coscienza alle disposizioni ingiuste? Certo si paga di persona, ma esiste... tranne che per la gerarchia cattolica per cui la coscienza è stupida e non può decidere... al massimo può "contestualizzare" nel caso dei potenti...

Per il cinema perché salutiamo il grande maestro Mario Monicelli, che, con grande saggezza, è passato oltre questa vita... di sua volontà, anticipando (a 95 anni, bontà sua!) quello che la natura avrebbe inevitabilmente compiuto. Suicidio sì, ma chi può giudicarlo? Sicuramente lo faranno le associazioni "pro life" che volevano il contraddittorio ieri da Fazio... anzi diranno che Monicelli si è suicidato per colpa di quel programma e delle idee che ha diffuso (almeno ha diffuso idee, se anche qualcuno decide di non condividerle, e non "plastici e plastiche" come fa Vespa o come fanno le "rifatte" che popolano gli altri programmi). Io invece penso che Monicelli abbia deciso di uscire di scena non solo per la sua situazione di salute, ma anche per non vedere questo atto di barbarie verso la cultura che potrebbe consumarsi in Parlamento se il ddl Gelmini dovesse passare...

Almeno Mariastella Cometa, col suo look da frigida signorina Rottenmeier deciso dai PR, potrà contribuire alla volontà dei Tre Monti (non Magi) e recare alla culla di Cesù Pampino, e di Joseph suo tutore e manipolatore, il surplus di fondi (soprattutto oro, chissenefrega di incenso e mirra) per le "povere" scuole private cattoliche... Natale è vicino e bisogna cominciare a credere alle favole, non alle verità che Wikileaks continua a spandere su questi "poveri politici"...

Del resto mettere la scuola nelle mani della Gelmini è stato un po' come mettere Hogwarts nelle mani di Piton e della Unbridge (che a parte la ciccia in eccesso ricorda tristemente la Stella Cometa di cui sopra). Risultato (vedi ultimo film): Harry Potter e Ron lasciano la scuola e fuggono e perfino la "secchiona" (simpaticissima) Hermione si unisce a loro e si da alla macchia... Come dire, non c'è più religione (magari!)... cioè... volevo dire istruzione...

E facciamoci sopra un po' di sana ironia... magari mi riciclo come scrittore satirico... oddio, no, poi faccio la fine di Grillo che si crede chissacchì oppure, peggio, mi devo candidare in politica... :)

23 novembre 2010

Brevi e un po' velenose

Caro lettore,

la voglia di elaborare in questo momento non c'è e per questo le pause di silenzio aumentano. Ma forse la soluzione è smettere di voler fare grandi riflessioni e dare sfogo a qualche veleno, seppure in modo un po' lapidario... allora cominciamo:

- è passato più di un mese dal post precedente ma l'indagine sull'omicidio di Avetrana ancora domina nei tg... non c'è fine al cattivo gusto!

- nel frattempo è passato il ciclone Ruby, il bunga bunga, la quasi-crisi di governo (ora congelata) e il mercato dei voti per avere la fiducia è l'unica cosa che ne rimane: altro che cattivo gusto, questo è peggio di un film horror...

- il contraddittorio obbligatorio, anche in trasmissioni che non sono talk show o tribune politiche... adesso chiunque va nella trasmissione di Fazio e Saviano si dovrebbe portare dietro un gruppo di persone che li contraddica subito, sennò la faccenda tracima in tutte le puntate successive... ma ancora qualcuno è così stupido da credere che esista l'imparzialità? O che essa sia una cosa buona? BISOGNA essere parziali, cioè di parte! Schierarsi, non restare nel mezzo per barcamenarsi meglio... un po' di onestà intellettuale, diamine!

- tutti a sbrodolarsi perché Ratzinger avrebbe semi-accolto l'uso del preservativo per chi esercita la professione di prostituta... innanzitutto è di cattivo gusto la selezione del contesto, e poi ancora c'è bisogno di avere il suo permesso per usarlo? Ma il problema non è forse che una persona adulta non dovrebbe avere altro assenso che quello della propria coscienza? E poi lo vediamo quanto è aperto Ratzinger, visto che ora ribadisce ancora e nettamente l'immoralità di una affettività omosessuale... alla faccia dell'apertura! Ma no, tutti a lodare "il passo avanti"... E se invece aprissimo il dibattito sull'ipocrisia di una istituzione a larga maggioranza omosessuale (e praticante parecchio in tal senso) che però ancora fa questo genere di affermazioni?

- Bertolaso lascia la Protezione Civile nelle mani di un ex-007, ancora più militarizzazione! Sarà contento La Russa e la sua campagna per portare i liceali nell'esercito...

- ma D'Alema quand'è che sparisce? (questa non ha bisogno di altre aggiunte...)

- la cosa più tragica sono i tagli alla scuola e alla cultura in tutti i settori: ricerca, università, teatro, cinema... ma del resto l'appello lo sappiamo qual è: "non leggete, guardate la (mia) tv!"

- l'importante è che i fondi per la scuola privata (specie se cattolica) non solo non spariscano, ma aumentino... poi chi se ne frega se non ci sono gli insegnanti di sostegno per i disabili, se le classi hanno il doppio di alunni rispetto a qualche anno fa e se non ci saranno concorsi per diventare professori di ruolo per qualche decennio...

... e almeno un po' mi sono sfogato...

19 ottobre 2010

Siamo schiavi...

Caro lettore,

"siamo schiavi, vuoto che vieta libertà di pensiero..." canta Anna Oxa nell'ultimo cd. No, non voglio parlarti ancora di Anna Oxa, tranquillo, ma le sue parole mi ronzano in testa come riassunto della sensazione di impotenza e frustrazione che mi attraversa in questi giorni.

Assistiamo quasi impotenti a una manipolazione dell'informazione, ormai quotidianamanete ripetuta, che lascia stupiti, interdetti e indignati. I tg della Rai, specialmente l'ormai indecente tg1 di Minzolini, ci riempiono di dettagli inutili e morbosi sull'omicidio di Sara, influenzando l'opinione pubblica ed emettendo condanne prima della giustizia regolare, ma tralasciano le notizie "vere" e inquietanti, che sono davvero di interesse pubblico.

Ho sempre parlato contro un'informazione basata sulla cronaca e sul gossip, ma mai quanto ora mi rendo conto di come essa sia uno degli elementi chiave di una strategia di pensiero che sta rendendo l'Italia "peggio dello Zimbabwe", come qualcuno di recente ha annotato (con tutto il rispetto per lo Zimbabwe). Al cittadino non interessa (o non dovrebbe interessare, salvo il caso di patologie psichiatriche) l'andamento di una particolare inchiesta di cronaca nera (ora c'è Sara, ma in passato abbiamo avuto Cogne, Meredith, il piccolo Tommy... e tanti altri), per la quale ci sono persone competenti (speriamo) e stipendiate, ma le notizie sull'andamento dell'economia (in termini comprensibili), della politica, sui problemi "veri" e "universali" (cioè di tutti) come le guerre, le ingiustizie, le violazioni dei diritti umani... Ma queste ci vengono negate, o vengono marginalizzate, ridotte, presentate solo quando possono "colpire" o "fare notizia", il più delle volte occultate perché non "tirano l'audience"...

Già, perché questo è il problema della televisione e dei giornali: che vanno avanti tutti coi contratti pubblicitari e perciò devono fare "audience", altrimenti gli spazi pubblicitari non vendono e tutto il sistema finisce per non avere i soldi per automantenersi e pagare compensi esorbitanti alle personalità coinvolte. Abbiamo perso la possibilità di avere una vera "informazione" quando la pubblicità ha preso il sopravvento come metodo di finanziamento. Quale garanzia c'è (salvo rari casi) di vera informazione se lo scopo principale è non perdere i contratti pubblicitari? Se è meglio sguazzare nella curiosità morbosa di una nazione incivile e bigotta come l'Italia, resa tale dalla dittatura religiosa cattolica, per fare programmi di "intrattenimento" o anche di "dibattito", piuttosto che cercare di rendere tutti davvero coscienti delle cose che accadono e del loro significato, spesso non immediato, cosa aspettarsi davvero?

In questi giorni di indecorosa sovraesposizione dell'omicidio di Sara (sul quale c'è già chi deve indagare ed emettere in futuro sentenze, quindi la mia opinione e quella di chiunque altro non conta niente) non ho ascoltato notizie nel tg di Minzolini e su vari altri su cose serie come: il riconteggio dei voti in Piemonte che probabilmente ribalterà il risultato elettorale delle utlime amministrative; la nuova inchiesta dei magistrati romani (non milanesi) sull'ennesima frode fiscale di mister B.; i tentativi quasi completati della riscrittura della legge sul traffico delle armi dall'Italia verso l'estero, per facilitarne il corso (e gli affari connessi); i fatti "veri" che riguardano la questione palestinese e le violazioni dei diritti umani perpetrate dallo stato d'Israele senza sanzioni internazionali a frenarlo... e tanto altro che andrebbe aggiunto...

Per non parlare dei tentativi di censura "ex ante" (come va di moda dire adesso) a personaggi (a volte anche non del tutto condivisibili ma comunque liberi di esprimersi) quali Santoro, Saviano, Benigni, la Dandini e la Gabanelli, non sia mai che riescano a farci "pensare", meglio i "processi da salotto pomeridiano" condotti dalla Venier o da Giletti...

E non entro nemmeno nella "censura totale", anche da parte di quotidiani ancora intelligenti come la Repubblica o il Fatto Quotidiano, sulle questioni ecclesiastiche, dove si continua a far coincidere la Chiesa con quella schifosa gerarchia di ipocriti e affaristi che abbiamo, piuttosto che con le tante voci della Chiesa "di base" (che poi è l'unico concetto di Chiesa plausibile) che dicono e fanno ben altro...

"Siamo schiavi", ma forse vogliamo anche esserlo perché non alziamo la voce e non gridiamo allo "scandalo", nel senso più evangelico del termine... la consolazione, o meglio ancora la serenità, torna però nel cuore quando ci rendiamo conto che la Vita è altrove, che questa decrepita e fatiscente civiltà occidentale (e il suo autocentrico razionalista pensiero filosofico) è agli sgoccioli e che l'umanità ripartirà altrove, nei tempi tipici della storia, lunghi e saggi... così coloro che "sono stati schiavi" libereranno a lungo andare noi che "siamo schiavi" adesso!

29 settembre 2010

TUTTO L'AMORE INTORNO

Caro lettore,

potrei mai smentirmi e ignorare l'uscita del nuovo cd di Anna Oxa e delle interminabili emozioni che da 32 anni questa artista riesce a sollecitare in me? Allora ecco da "prOXimA" il testo (di Ivano Fossati, come per "Un'emozione da poco") del nuovo singolo e due link a due video (uno non ufficiale, l'altro della sua esibizione a X-Factor) per ascoltare/vedere "Tutto l'amore intorno".

Anna Oxa ft. Ivano Fossati "Tutto l'amore intorno" (VIDEO ...

Anna Oxa "Tutto l'amore intorno" - X Factor - 28/ ...

Tutto l’amore intorno

Vengo verso di te, un destino naturale

Ti ricordi di me? Credo che si
Boulevard des Italiennes
Quella musica improvvisa, vedi?
Non piove più… è per noi… è per noi…

E’ per noi che una strada si chiude,
mentre un’altra nel mondo lontano si perde,

dove gli uomini confondono gli uomini,
parlandosi lingue diverse

e quest’unione di musica e pioggia da cui mi lascio bagnare,
se fossi lo spirito di questa terra,
se fossi lo spirito di questa pioggia, lo saprei spiegare…


Dall’orizzonte della strada per prima cosa vedo te,
dietro la folla, sei sorpreso per le parole che non hai
Tutti hanno fretta e vie di fuga,
mi vieni incontro e sei sperduto,

in una lacrima sola stai… dentro una lacrima…

Saranno tuoi questi giorni di vento,
queste limpide gocce tremanti,
mille volte cadute dal cielo nei mattini d’inverno…

e ora è tuo questo insieme di musica e amore
dal quale ci faremo scaldare

Se fossi lo spirito di questo vento,
se fossi lo spirito di questa canzone, te lo saprei spiegare

che è per noi, che è tutto per noi, qui intorno… è per noi…

C’è una stanza per due in questi alberghi sui viali del mondo
Ti ricordi di me? Io credo che si… Io credo che si…

Saranno tuoi questi giorni di vento,
queste limpide gocce tremanti,
mille volte cadute dal cielo nei mattini d’inverno…

e ora è tuo questo insieme di musica e amore
dal quale ci faremo scaldare

Se fossi lo spirito di questo vento,
se fossi lo spirito di questa canzone, te lo saprei spiegare

che è per noi, che è tutto per noi, qui intorno è per noi

Buon ascolto/visione!

7 settembre 2010

Una testimonianza profetica

Caro lettore,

è passato un mese dall'ultimo post, sta passando anche l'estate e si profila un nuovo anno sociale, per il quale spero e prevedo tanti cambiamenti nella mia vita e in quella di tutti. A questo proposito mi hanno colpito le (pienamente condivisibili) parole di questa testimonianza di don Franco Barbero che ti consiglio di leggere dal suo blog al link seguente:

TUTTI I FIGLI E LE FIGLIE DI DIO HANNO LE ALI

vale la pena riflettere ancora su alcune realtà che piano piano stanno passando nella consapevolezza della comunità cristiana aldilà delle ristrettezze dell'istituzione ecclesiastica (che si finge Chiesa ma non lo è).

Buona lettura!

6 agosto 2010

Una lettura imperdibile

Caro lettore,

senza tanti preamboli ti consiglio di leggere questa riflessione estremamente seria e fondamentale pubblicata su Adista n. 62 e disponibile per la consultazione online anche ai non abbonati:

Dopo Firenze 2, a Napoli
Per una Chiesa fraterna ed evangelica - di Enrico Peyretti

Buona riflessione!

20 luglio 2010

Altra lettura consigliata

Caro lettore,

leggere per lavoro e leggere per pensare si stanno di nuovo mischiando nella mia vita, forse perché il bisogno di pensare non può essere del tutto eliminato dal bisogno di lavorare, e forse perché alcuni episodi recenti intorno a me spingono a questi pensieri. La cosa che mi consola è che trovo persone che riescono a condensare le mie riflessioni, risparmiandomi la fatica di scriverle io stesso e indicandole (con l'onore che a loro spetta) a chi vuole condividere le loro e mie riflessioni. E siccome non mi dispiace che altri dicano prima (e meglio) di me le cose che vorrei dire io, anzi mi entusiasma (senza quel bisogno di fare la primadonna sempre più diffuso in circolazione), ti suggerisco questo articolo di Raniero La Valle sull'identità della Chiesa nella Storia (grazie ancora a finesettimana.org):

Concilio e libertà di Raniero La Valle in Rocca n. 15 del 01.08.10

Buona lettura e riflessione!

18 luglio 2010

Un saluto e una lettura

Caro lettore,

c'è stato un po' di silenzio da parte mia... ma il lavoro di recente ha rubato molto del mio tempo. Inoltre non mi andava di essere l'ennesimo corvo nero che non fa altro che rielaborare i tanti motivi per non essere contenti, seppur reali e preoccupanti...

Per questo ho taciuto un po', ma oggi ho trovato uno scritto che condensa perfettamente quello che avrei voluto comunicare e lo fa con serenità, perciò ti esorto a condividerlo con me, dal link fornito dal sempre efficiente sito di finesettimana.org

Camminare sul sentiero della fede

Buona lettura!

6 giugno 2010

Semplici o stupidi?

Caro lettore,

già nell'ultimo post mi chiedevo quale fosse il confine tra questi due aggettivi, spesso confusi, ma con significati radicalmente diversi, allora voglio indicarti un articolo che porta avanti questa riflessione e che mi sembra importante leggere, anche se forse potrebbe non essere del tutto condiviso. Il link è preso come sempre da finesettimana.org ma l'articolo originale è apparso su L'Unità:

Il problema degli stupidi di Goffredo Fofi in l'Unità del 06.06.2010

Buona lettura!

1 giugno 2010

Commenti e ALLARMI vari

Caro lettore,

nei giorni scorsi mi sono balzati agli occhi vari fatti che volevo commentare con te, ma uno in particolare, davvero allarmante, davvero orribile, aggiungo, prende il primo posto nella mia riflessione: l'attacco della marina israeliana alle navi pacifiste che cercavano di rompere il blocco per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza! Ormai sappiamo che lo stato di Israele (NON gli ebrei) agisce sapendo che resterà impunito, violando i diritti internazionali, al riparo dalle sanzioni dell'ONU grazie all'alleato USA (Obama o Bush, democratici o repubblicani, gli americani sono sempre gli stessi in politica internazionale... altro che Nobel per la pace), ricevendo al massimo la sua disapprovazione, echeggiata dalle deboli parole generiche di condanna dell'Unione Europea. Ma la cosa è davvero grave! Qui dovrebbe cominciare un boicottaggio della gente verso Israele, i suoi prodotti, le sue esportazioni, il turismo (specie quello "sacro"), tanto se aspettiamo i governi per un intervento sarà sempre troppo tardi. E speriamo che non ripartano le accuse di anti-semitismo per chi si scandalizza di tutto ciò, ricordando che i palestinesi sono una popolazione semitica, più degli occidentalizzati cittadini dello stato d'Israele che con la cultura ebraica e biblica dell'accoglienza dello straniero ha ormai poco o niente a che fare. Non che gli stati cosiddetti cristiani si distinguano anch'essi per cultura dell'accoglienza, poi...

A proposito di accoglienza delle diversità, altro segnale allarmante sono le ripetute aggressioni, violente, contro persone omosessuali in varie parti d'Italia. Frutto dell'ignoranza, ma anche di una campagna "terroristica" sulle coscenze che continua ad avere un forte stampo "religioso". Che ci piaccia o no, chi attacca le persone omosessuali, i loro diritti civili, la loro dignità, lo fa sentendo di avere Dio (e spesso il Dio di Gesù Cristo) dalla sua parte, reiterando cliché ormai stucchevoli (come quello del legame tra omosessualità e pedofilia, o la presunta "innaturalità" dell'affettività omosessuale), esprimendo una sorte di disprezzo del "popolo" verso questi assalti della modernità alla morale (ma è davvero il "popolo" dei "semplici"? o sono solo "stupidi" e non "semplici"...)

D'altro canto a lanciare anatemi e condanne i "credenti" sono sempre stati bravi. Pensiamo all'assurdità, debordante nel ridicolo puro, delle affermazioni del card. Scicluna sul fatto che ai pedofili spetta una "condanna a morte eterna" e un "inferno più duro". Roba da barzellette, se non fosse un tentativo criminale di confondere, con millantata durezza, le tante vittime nel credere che la gerarchia ecclesiastica sia dalla loro parte, anziché preoccuparsi di analizzare cause e responsabilità di comportamenti sì inammissibili, ma su cui il giudizio morale spetta solo a Dio e non agli uomini. Il Dio della Misericordia, per chi crede alla Rivelazione biblica, dal quale chiunque può aspettare il perdono, piaccia o no a chi "si scandalizza" e poi magari "ha scandalizzato i piccoli" a sua volta...

E poi mi fermo... perché ce ne sarebbero altri, ma non voglio tediarti, caro lettore, perché questi qui di allarmi sono più che sufficienti a rovinare sonni tranquilli...

24 maggio 2010

Cinema, TV, informazione

Caro lettore,

un po' di notizie, alcune piacevoli, altre inquietanti che fanno riflettere...

Cominciamo dalla migliore: Elio Germano vince, ex-aequo con Javier Bardem, la Palma come Miglior Attore al Festival di Cannes per il film "La nostra vita" del regista Daniele Luchetti! Film già nelle sale e molto apprezzato al Festival, la probabilità di una vittoria per Germano era già stata sottolineata dalla stampa e dalla critica, ma è piacevole che un italiano così giovane anche professionalmente riceva questo riconoscimento. Ironicissima anche la frase pronunciata dall'attore nel ritirare il premio, ringraziando il cinema italiano che riesce a produrre arte "nonostante la sua classe dirigente"! Elio Germano si è con pazienza costruito una reputazione nei passati dieci anni, iniziando da parti di supporto in film come "Che ne sarà di noi?" e "Ora o mai più", per poi ricoprire ruoli sempre più impegnativi fino a quello che lo ha portato alla ribalta a Cannes. Daniele Luchetti è regista intelligente e ironico (ricordate lo spassoso "Dillo con parole mie"?) che sa raccontare storie concrete e dirige con abilità in "La nostra vita" anche Luca Zingaretti, Raoul Bova (ci credereste?) e la compagna di sempre Stefania Montorsi. Una bella soddisfazione anche l'aver vinto accanto a Javier Bardem, ormai affermato attore dopo tanti riconoscimenti, nonostante (o forse grazie a) l'esordio come sex symbol latino nei film di Bigas Luna. Insomma andiamo a vedere "La nostra vita" di Luchetti nelle sale, e magari anche "Biutiful" di Inarritu (regista di "Babel" e "21 grammi") con Bardem. Mi incuriosisce anche il film thailandese vincitore della Palma d'Oro "Uncle Boonme", trasognato e surreale.

Su una nota meno piacevole, invece, continuano le manovre per ridurre la libertà di informazione nel nostro Paese. I segnali includono: la legge-bavaglio sull'intercettazione (200.000 firme online sulla petizione contro il provvedimento, vedi sito di Repubblica); gli strani casi di oscuramento di RaiNews24 sia sul digitale terrestre che satellitare (unica testata decente da vario tempo per quanto riguarda l'informazione); le dimissioni di Maria Luisa Busi dalla direzione del Tg1 per "insanabili dissidi" con la direzione di Minzolini che "ha snaturato il valore della testata giornalistica" (parole della Busi). Dopo tanti segnali preoccuparsi è lecito, anzi forse doveroso...

Per tirarci su il morale, o meglio per ridere su cose che ci dovrebbero far solo arrabbiare, possiamo sempre rivolgerci alla "bomba" Luciana Littizzetto, che ogni domenica a "Che tempo che fa" supera se stessa. Cerca su YouTube i suoi interventi se li hai persi, sono sempre spassosi e intelligenti!

A presto!

16 maggio 2010

Due articoli da leggere

Caro lettore,

ti segnalo due articoli che ritengo molto importanti, perché portano avanti le riflessioni che ultimamente affollano i miei pensieri. Ti fornisco i link sulla Rassegna Stampa di finesettimana.org ma gli articoli sono apparsi su Repubblica e Il manifesto (due dei pochi quotidiani italiani ancora leggibili):

Zagrebelsky: "la Chiesa è contro la democrazia"

La religione del futuro per Hans Küng

Ti suggerisco di notare soprattutto la distinzione di Küng su "credere LA Chiesa" (come enuncia la nostra professione di fede cristiana) e "credere NELLA chiesa" (come viene preteso dai fedeli da parte della gerarchia, o come molti spontaneamente fanno per mancanza di responsabilità personale).

Buona lettura!

13 maggio 2010

Quale Libertà?

Caro lettore,

no, non farò una riflessione sull'aldilà, come accennato al termine del post precedente, anche se qualcosa a riguardo più avanti la troverai, ma, come suggerisce il titolo voglio lanciare qualche pensiero (o provocazione) sul tema molto ampio della libertà e su alcune delle tante forme di libertà (o di schiavitù) possibili.

Comincio col segnalare un articolo riportato da Adista, ma già pubblicato su Rocca, sull'eliminazione delle tariffe agevolate per la diffusione postale della stampa indipendente, che non è solo un problema economico. La firma è di Raniero La Valle.

Corrispondenza negata

Come spiega l'autore, in Italia, con la scusa del risanamento delle Poste, si sta cercando di fatto di bloccare la diffusione di quella stampa alternativa che da notizie non controllate dal "regime". Per fortuna ci rimane la "rete", ma a quanto pare la nuova legge in discussione al Senato potrebbe colpire anche il web (sebbene ritengo sia impossibile azzittire completamente la rete, a questo stadio della sua diffusione).

Altra notizia riportata da Adista, ma anche sulla Rassegna Stampa di Finesettimana.org è la "restituzione" di don Santoro alla comunità delle Piagge a Firenze, previa lettera di "pentimento" del parroco, sebbene lui dichiari durante la prima Messa celebrata in comunità che non è affatto pentito e che nella lettera si dichiara solo dispiaciuto di aver compiuto un gesto "troppo anzi-tempo" e di aver rischiato di ledere la comunione ecclesiale. I link li trovi sui siti sopra citati... La mia domanda è: aldilà delle scelte personali di don Santoro che non mi permetto minimamente di giudicare e che sicuramente sono ponderate e serie, che senso ha tutto ciò? Pentimento o "gesto troppo profetico"? Quale comunione ecclesiale? Sono felice per la comunità delle Piagge, ma non so se il bene di una realtà locale specifica valga la puzza di compromesso che avverto nell'aria... e chi mi conosce sa di cosa parlo, perché compromessi del genere vengono proposti a tanti...

Ancora, in ordine sparso, che ne dici del ricorrente grido al complotto che ritorna come meccanismo difensivo dei "signori B" della nostra cronaca (Berlusconi, Benedetto XVI, Bagnasco, ora si aggiunge anche Bertolaso, ma tutti con la B?)? Ma vanno tutti dallo stesso PR per gestire le crisi? Ora non si è più liberi di dissentire da qualcuno, o di rilevare questioni non chiare (legalmente, ecclesialmente, ...) che subito si grida al complotto, all'attacco feroce e ingiustificato, o si insabbia (quando possibile) sotto l'accusa di chiacchiericcio. Altra tecnica che i "signori B" condividono è dare la colpa a chi ha sollevato la questione, la camorra l'ha inventata Saviano, lo scandalo dell'Aquila la Guzzanti, la pedofilia ecclesiastica le vittime, con la velata (nemmeno troppo) insinuazione che sia fatto solo per interesse. Oppure (nuovo punto di contatto) trovare un sottoposto che "paghi per tutto": un ministro, qualche vescovo... basta sia salvo il sistema. E poi affogare tutto sotto notizie trionfalistiche: la soluzione "tutto in una notte" della crisi delle borse (poi immediatamente ripresa), la folla oceanica a Fatima (che aspetta miracoli, senza contare le truppe cammellate dei movimenti ecclesiastici, mobilitate per far numero). E ancora un'altra strategia comune: urlare al complotto interno. Dare la colpa dei problemi a "traditori" dentro il sistema, debitamente additati. La fronda finiana nel Pdl, i preti pedofili che "attaccano la chiesa dall'interno", o i teologi che scrivono lettere ai vescovi e che diffondono idee (le idee fanno paura...). Tutto pur di non ammettere responsabilità personali... com'è facile chiedere perdono per le colpe altrui, l'abbiamo visto per il Giubileo del 2000, lo risentiamo in questi giorni, ma nessuna ammissione di colpa in prima persona. Mai! In fondo anche questa è libertà, la libertà di "depistare", "sorvolare", "ritrattare"... bella libertà!

Ho parlato di Fatima e mi viene in mente come ancora oggi il "terzo segreto" venga agitato come spauracchio per le masse. Quelle stesse masse che hanno ancora bisogno di "miracoli", di una descrizione "retributiva" dell'aldilà (con buoni e cattivi ben divisi), di sentimentalismo religioso... Ora, sia ben chiaro, tanta gente ha trovato conforto in queste cose in momenti di dolore, questo non può essere negato. Ma è tutta lì la libertà dei Figli di Dio? Cosa serve di più all'umanità: una religione rassicurante, tranquillante, consolante o un'esperienza di fede forte, che trasforma la vita, la storia, i meccanismi sociali? Domanda retorica, temo, risposta ancora più ovvia (la seconda che ho detto), ma mica facile viverla... Soprattutto se per viverla serve la libertà, anzi la responsabilità in prima persona, e non la delega a una casta appositamente creata (il clero) da cui pretendere certi servizi in cambio del potere sulla sfera morale... ohibò!

E poi, per finire (per ora), un'icona della libertà: Robin Hood! Nuovo film sull'anti-eroe della leggenda inglese (che ruba ai ricchi per dare ai poveri) presentato come apertura del Festival di Cannes. Non so se il film sarà all'altezza, da ragazzo ho amato il romanzo e finora il cinema non gli ha mai reso giustizia secondo me. La partecipazione della sempre meravigliosa Cate Blanchett è una garanzia, ma aldilà del rischio che sia il solito polpettone americano (anche se Scott è un signor regista e i protagonisti sono australiani) il mito di Robin Hood rimane un'ispirazione per chi crede alla libertà di vivere "fuori" dal sistema del "potere". Una curiosità: Russell Crowe ha dichiarato che spera ci sia un seguito al film per raggiungere la parte della storia in cui ci sarebbero scene di sesso con la Blanchett... un po' cafone, ma come dargli torto? :)

A presto!

4 maggio 2010

Esperienza (o Esistenza?) di Dio

Caro lettore,

prima di passare al tema, spero intrigante, del titolo di questo post, volevo fare un po' il punto della situazione su lettura, cinema e dintorni...

Ho finito Il birraio di Preston di Andrea Camilleri, che mi è piaciuto tantissimo (grazie all'amica che me lo ha regalato), e mi sono stupito di come Camilleri riesca a parlare così tanto dell'Italia di oggi anche scrivendo una storia ambientata alla fine dell'800. Ma poi lo hai visto a Che tempo che fa di domenica scorsa? Geniale...

Sto leggendo ora, con decrescente entusiasmo, Piccoli equivoci senza importanza, raccolta di racconti di Antonio Tabucchi, che, sebbene scritti con grande eleganza narrativa, mi stanno lasciando un po' freddo, una piccola delusione dopo quanto avevo apprezzato anni addietro il suo Sostiene Pereira...

Cinematograficamente, spero di andare presto a vedere Matrimoni e altri disastri, ultimo film con Margherita Buy (per la quale notoriamente ho un'ammirazione preconcetta), Fabio Volo e l'esilarante Luciana Littizzetto. Ma soprattutto la prossima uscita di Sabina Guzzanti e il suo Draquila, di cui consiglio la recensione sul sito di Repubblica: clicca qui.

Un altro articolo interessante, che ha poi fatto da trampolino alla riflessione del titolo, alla quale arriverò subito dopo, è questo, ripreso dalla Rassegna Stampa di finesettimana.org:

Perché sono cristiano?

E ora arriviamo al dunque, sperando di non averla tirata troppo alle lunghe... In questi giorni, sempre di più, mi è capitato di leggere in giro o di ricevere personalmente domande sull'esistenza di Dio e sul significato che ha Dio nell'esperienza di fede. Questo, accompagnato alle varie riflessioni che da tempo condivido con te (anche prima della Mansarda...), mi ha portato a ragionare sull'importanza, o meglio, su quanto poco sia importante o interessante disquisire sull'esistenza di Dio, rispetto al racconto dell'esperienza di Dio.

L'esistenza di un presunto "essere superiore", metafisico, trascendente, infinito, ecc. ecc. è un tema caro alla filosofia speculativa di vecchia data, ma cosa c'entra con il Dio di Gesù Cristo, che lui chiamava Padre e che gli scritti della sua comunità definivano come Misericordia e Amore? O cosa c'entra il "dio dei filosofi" con le varie esperienze spirituali che affollano la vita dell'umanità (non necessariamente di matrice cristiana)? Quello che tocca il cuore, che dà senso alla vita, che cambia la visione delle cose, è l'Esperienza che facciamo di Dio, indipendentemente dai nomi che usiamo. A me non interessa se Dio è eterno o no, nella sua metafisica proiezione, interessa invece che mi sento investito, anzi vivente PER il suo Amore. Interessa chi me lo annuncia e me ne dà testimonianza, nel mio caso la testimonianza della vita di Gesù, detto il Cristo, che ricevo dagli scritti delle comunità cristiane delle origini. Ma forse, per altri, sono diversi i canali di questo annuncio. Per alcuni, canali nemmeno identificabili con l'ambito umano delle religioni, ma laici o atei... perché l'Esperienza di Dio non ha nemmeno bisogno delle parole "dio", o "amore" o "misericordia". Forse l'unica parola di cui ha bisogno l'Esperienza di Dio è la parola "umano" (non "uomo" per non escludere la "donna") o "altro" (in questo senso è "trascendente", perché spinge all'altro-da-sé).

Molti autori, sia nella filosofia, non più solo speculativa, sia nell'ambito spirituale, da tempo si muovono in questa direzione, che abbraccia l'"umano" come "luogo dell'esperienza di Dio, dell'altro-da-sé". Sarebbe bene che chi dichiara di aver Fede, e lo fa sulla base della sua esperienza, si sintonizzi su questo nuovo sentire e cominci ad assumerne il linguaggio. Meno preoccupazioni sull'esistenza di Dio perciò, o sulle strutture dell'aldilà (angeli, santi, sacralismo...) e sul dover "provare" tutto questo al non credente, ma più enfasi, sostanza, sull'Esperienza che ciascuno di noi ha fatto su di sé, intorno a sé, che può condividere con tutti, senza imporla a nessuno. L'esperienza parla più dei ragionamenti, delle "prove", delle affermazioni dogmatiche o altro.

Per questo il Dio (metafisico, filosofico-teologico, esistente) di cui parla la gerarchia (e mi rifiuto di chiamarla Chiesa ormai in modo categorico!) interessa solo i bigotti, gli ipocriti, i creduloni e gli ignoranti. Per questo chi racconta la propria Esperienza di Dio, dell'umano, dell'altro-da-sé, è invece sempre affascinante, qualunque "nome" usi, comunque organizzi la sua esperienza spirituale, senza bisogno di istituzioni fuorvianti, a meno che non rimangano quello che sono, cioè istituzioni, quindi strumenti a servizio di un'esperienza umana, e non matrigne o padrone di essa (religioni, ideologie,...).

Restando nell'ambito cristiano (ma ribadisco, anche gli altri ambiti hanno uguale dignità) la Chiesa (il Popolo di Dio) può anche trovar giovamento da una sua organizzazione interna, che porti avanti la comunicazione anche di quella Esperienza di Dio che nasce dall'incontro con il Cristo delle Scritture, ma solo se tale organizzazione rimane a servizio dell'annuncio, dell'esperienza, della condivisione. Quando diventa gerarchia, controllo, possesso, meglio abbandonarla e lasciarla perdere, che da sola si scava la fossa, come la nostra gerarchia cattolica sta facendo davanti agli occhi di tutti, nonostante le sue "sindoni", il suo gridare tristemente al complotto, la preoccupazione anche di uomini spiritualmente seri di "salvare il salvabile" che non c'è più... Alla larga! Aria! Via! Lontano da me...

Beh, per oggi basta, chissà se la prossima volta non mi venga il ghiribizzo di riflettere sull'altro tema appena accennato sopra, l'"aldilà" e la sua mitologia, di cui Cristo non ha mai parlato... vedremo...

22 aprile 2010

La Grande Gioia

Caro lettore,

di nuovo, per vari giorni, il mio cuore ha combattuto la tentazione di alzare la voce e dichiarare quanto schifo prova nel leggere le notizie che la cronaca, la politica e quant'altro vomitano sulle nostre giornate, ma poi ancora una volta ho preferito riflettere, calmare tanta pena e non alimentare quello che sicuramente è un fuoco di sdegno che già brucia dentro tutti coloro che "sentono" la vita veramente... Perciò non butterò benzina sul fuoco e condividerò con te le parole di un grande poeta che trasformano l'amarezza in gioia...

La Grande Gioia

di Pablo Neruda

(trad. di Giuseppe Conte)

L'ombra che ho frugato ormai non mi appartiene.
Io ho la gioia duratura dell'albero,
l'eredità dei boschi, il vento del cammino
e un giorno deciso sotto la luce terrestre.

Non scrivo perché altri libri mi imprigionino
né per accaniti apprendisti di giglio,
bensì per semplici abitanti che chiedono
acqua e luna, elementi dell'ordine immutabile,

scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.

Scrivo per il popolo per quanto non possa
leggere la mia poesia con i suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, l'aria
che sconvolse la mia vita, giungerà alle sue orecchie,
e allora il contadino alzerà gli occhi,
il minatore sorriderà rompendo le pietre,
l'operaio si pulirà la fronte,
il pescatore vedrà meglio il bagliore
di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,
il meccanico, pulito, appena lavato, pieno
del profumo del sapone guarderà le mie poesie,
e queste gli diranno forse: "È stato un compagno".

Questo è sufficiente: questa è la corona che voglio.
Voglio che all'uscita di fabbriche e miniere
stia la mia poesia, attaccata alla terra,
all'aria, alla vittoria dell'uomo maltrattato.
Voglio che un giovane trovi nella scorza
che io forgiai con lentezza e con metalli
come una cassa, aprendola, faccia a faccia, la vita,
e affondandovi l'anima tocchi le raffiche che fecero
la mia gioia, nell'altitudine tempestosa.

(titolo originale La gran alegrìa)

15 aprile 2010

RIFLETTERE...

Caro lettore,

sono vari giorni che ho l'impulso di scrivere qui sul blog, ma freno tale impulso, perché nella mia mente si accavallano troppi sentimenti che offuscano le parole, soprattutto la rabbia...

Avrei voluto toccare il delicato, osceno, insulso argomento dello scandalo "pedofilia e Chiesa cattolica", ma tante voci si sono levate e mi è sembrato superfluo aggiungere la mia...

Da quello si sarebbe potuto passare all'indecente linea difensiva che la gerarchia cattolica ha scelto, quella di minimizzare e gridare al "complotto" contro il Papa...

E poi la stupidità e ignoranza del card. Bertone che ricicla l'equazione pedofilia e omosessualità...

E l'ignavia della Consulta che decide di non pronunciarsi sull'incostituzionalità delle norme che impediscono il matrimonio omosessuale, rinviando al legislatore (sarebbe il Parlamento, ma ormai in Italia pare che sia il Governo...) la "patata bollente"...

I silenzi complici delle istituzioni italiane sulla vicenda dei volontari di Emergency arrestati a Kabul, volontari scomodi perché non approvano la "missione di pace" internazionale ivi presente...

... ma su tutte queste cose trovi abbondanza di materiale su cui riflettere (e arrabbiarti) anche su altri siti (vedere Links in alto a destra sul blog), perciò preferisco segnalarti una lettura altra, tratta da Adista, che prosegue il percorso della nuova teologia (meno confessionale e più umana) che già qualche post fa ti avevo consigliato, ecco il link:

Se l'immagine di Dio è in espansione...

Buona riflessione!

6 aprile 2010

La Prima Linea

Caro lettore,

ho visto ieri il dvd del film La Prima Linea di Renato De Maria, adattamento del libro di Sergio Segio, ex combattente di Prima Linea, di recente scarcerato e impegnato nel volontariato sociale. Il film è un resoconto lucido della storia del terrorismo italiano tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80, una ammissione esplicita di colpa del protagonista (lo stesso Sergio, interpretato con misura e intensità da Riccardo Scamarcio, al meglio delle sue capacità). Nemmeno per un momento un'apologia del terrorismo, pur illustrandone le motivazioni, ma una ricerca di espiazione attraverso la scoperta della disumanità della scelta della violenza come mezzo eversivo e di rivoluzione. Insieme a Scamarcio una sempre brava e bella Giovanna Mezzogiorno, che incarna quell'anima passionale della lotta, più dura a ricredersi.

Ma aldilà di tutto il film fa riflettere sulla violenza come strumento illecito di costruzione del vivere sociale, perché la violenza non è solo quella degli attentati e dei terroristi, a volte la violenza è delle istituzioni, a volte nella vita la violenza è quella psicologica del sistema economico e quella teologica dei dogmi e dei "principi non negoziabili". La violenza ha un terribile potere di seduzione, quello dell'espressione classica che "il fine giustifica i mezzi", che è giusto sottomettere l'altro fisicamente, o psicologicamente, o moralmente, "per il suo bene" o peggio "per il bene di tutti". La violenza si è sempre giustificata così e ancora lo fa. Almeno la violenza eversiva e rivoluzionaria, con la sua posizione di "fuorilegge" non può nascondere più di tanto questa sua natura perversa.

Il vero problema è la violenza istituzionalizzata, quella "legale" dei sistemi sociali, politici, economici, religiosi, che si occulta dietro i codici e le pretese di "sicurezza", come nella nostra sciagurata Italia di oggi. Che paventa il "disordine" e cerca l'"ordine", che poi spesso diventa "normalità" ovvero omologazione, appiattimento, decerebrazione diffusa... Perché gli "altri", sempre "loro" mai "noi", sono stupidi e vanno guidati dall'alto come bambini, anzi come marionette... senza dignità, che è anche la dignità di poter sbagliare, imparare dai propri errori, fare esperienza sulla propria pelle, che sia autentica e non sempre "confezionata" e "digerita".

La "sicurezza", la "legge" e l'"ordine a ogni costo" hanno un prezzo, pericoloso e pesante, che poi produce i mostri che la nostra storia conosce bene, "terrorismo" da un lato e "dittatura" dall'altro. Tutto per non affrontare la "paura", quell'aspetto irrinunciabile dell'esperienza umana, quando si fa consapevole della sua finitezza, fragilità e limitatezza intrinseca, che niente, nessuna certezza, dogmatica, legale o ideologica, può fugare. Salvo forse l'esperienza autentica, profonda e condivisa della Fede, qualunque aspetto o nome essa assuma...

A presto!

29 marzo 2010

Devozione...? No, grazie

Caro lettore,

ieri pomeriggio, facendo zapping in tv per avere qualche informazione sulle elezioni regionali in corso, mi sono incautamente imbattuto in un programma di RaiUno (credo, non mi sono soffermato...) condotto da Massimo Giletti (una garanzia del ... basso livello della trasmissione) sulle apparizioni della Madonna di Medjugorje... un incubo!

Non so se era peggio la conduzione, con Giletti che ormai imita Vespa anche nelle pose e nei movimenti, gli interventi degli ospiti (anche se qualcuno si salvava, ma sempre molto sull'approccio emotivo, spiritualistico, devozionale) o il tema stesso, scelto chissà perché per accompagnare il pomeriggio della Domenica di Passione, in cui la Chiesa è chiamata a fare memoria dell'evento salvifico della Passione di Cristo. Magari sarà sembrato un accostamento spirituale adeguato, ma a me faceva ancora più senso, dopo aver meditato con attenzione i testi dei Vangeli, che ci si accapigliasse (perché ovviamente questo accadeva) su un aspetto così marginale, nonché tuttora velleitario e non accertato, della devozione. Il clou, almeno dei pochi minuti che sono riuscito a resistere prima di spegnere la tv, è stato quando uno spettatore (giovane) ha lanciato in difesa della verità delle apparizioni la frase che "non si può razionalmente provare le apparizioni perché, come dice la Messa, sono Mistero della Fede!"

Magari se qualcuno fosse stato competente in faccende di fede (e non ce n'era nemmeno uno lì) gli avrebbe potuto far notare che il Mistero della Fede è la "Passione, Morte e Resurrezione di Cristo" e non le apparizioni di chicchessia (Madonna inclusa) e che l'espressione "Mistero" in teologia non vuol dire "cosa inspiegabile e segreta" ma traduce il concetto di "memoriale della salvezza" (anche se magari se si fosse scelta una traduzione meno sibillina non sarebbe stato male).

Allora sono andato a cercarmi una lettura fatta di recente, che invece aveva spinto da tutt'altra parte la mia riflessione spirituale, per snebbiare la mente da tanta pochezza e ritemprarmi in quella che sembra una direzione nuova presa dalla riflessione teologica in ambito non solo cattolico o cristiano ma inter-religioso.

Si tratta di questo articolo di Adista, di cui ti fornisco il link, qualora volessi leggerlo anche tu...

Una teologia post-religioni

A presto!

26 marzo 2010

Raiperunanotte

Caro lettore,

non so se ieri notte eri uno dei tanti che, tramite satellite, tv locali, internet, in piazza o in altro modo ha potuto godere della trasmissione di Michele Santoro Raiperunanotte, sul tema della libertà di informazione in Italia. Se per caso avessi perso quest'occasione vai su YouTube e digita "raiperunanotte" e troverai già tutti i filmati che ti permetteranno di apprezzare questo segno che ancora in Italia c'è la voglia di pensare, sapere, ascoltare...

Personalmente ho apprezzato quasi tutto della trasmissione, in particolare gli interventi di Travaglio e del (mitico) Luttazzi! Il mio animo etnico-musicale si è sciolto per il ritorno di Teresa De Sio (cantautrice che ha pagato cara la sua scelta di rimanere legata ai centri sociali e alla musica non allineata, emarginata dalla stessa sinistra, ma sempre creativa...) e mi è piaciuto tanto anche Morgan (che solo ultimamente sto imparando ad apprezzare, per colpa di chi meglio non dirlo...) nonostante sia stato criticato da chi forse non sentiva bene o non voleva sentir bene quello che diceva...

Commovente l'intervento di Monicelli e divertente Benigni (che raramente trova la mia approvazione). Grande misura e serietà nell'intervento registrato della Gabanelli, troppa misura (rasente la codardia) in Giovanni Floris (nota stonata della trasmissione secondo me).

MA... c'è un grande ma... come mai nessuno ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e di evidenziare uno dei perché fondamentali dell'attuale, nonché storica, situazione dell'Italia nei confronti del potere politico? Solo una vignetta di Vauro ha toccato di sfuggita l'argomento: la responsabilità della gerarchia cattolica! La grave, terribile responsabilità, sottolineo!

Perchè se il popolo italiano non prende coscienza di questo, si potrà anche, prima o poi, liberare del despota di turno, come in passato, ma ne costruirà subito un altro. Perché la responsabilità della gerarchia cattolica (non della Chiesa, MAI della Chiesa, ma solo di chi si arroga il diritto di parlare a nome di essa) non è tanto, o soltanto, di appoggiare scelleratamente un "pataccaro" (espressione romanesca che significa "venditore di patacche", cioè "truffe") immorale, pluri-inquisito e affetto da delirio di onnipotenza, ma soprattutto di perpetuare un difetto psicologico che affligge la maggior parte della popolazione, cioè la tendenza alla sottomissione al "principio di autorità", specie se ammantato di "sacralità divina".

L'italiano medio, credente e non, di qualunque estrazione e censo, è afflitto da questo problema, che in passato asserviva anche spagnoli, irlandesi e altri... ma queste altre popolazioni sono riuscite ad emanciparsi, ad elaborare questa dipendenza psicologica, mentre in Italia si fa ancora fatica a farlo. Anche in ambiente dichiaratamente laico, di sinistra, progressista, non confessionale... Ieri sera se ne è avuta la prova. Nessuno ha collegato il "fenomeno" politico del momento con questa questione... si è scomodato Mussolini (a ragione secondo me) ma senza capire che dietro entrambi c'è stata e c'è la dipendenza psicologica collettiva dal "principio di autorità divina" che annulla la dignità personale, la responsabilità, la ragionevolezza e la solidarietà.

E allora l'unica cosa che mi sentivo di aggiungere alle tante cose belle e importanti dette ieri sera, è proprio questa, perché siamo ancora in pochi a "mettere il dito nella piaga". Solo che, se non saremo sempre in più a farlo, la "piaga" sembrerà rimarginarsi per qualche tempo, per poi riaprirsi di nuovo... sempre dolorosa e umiliante. Finché l'Italia non si libererà di questo "carcinoma maligno" che è la "gerarchia cattolica" e la sua pretesa di "autorità" auto-referenziale, non sarà mai un paese "libero, laico e democratico", né sarà mai una nazione dove vivere seriamente e comunitariamente la fede in Cristo e il Mistero di Salvezza che è la Chiesa!

23 marzo 2010

Quanto tempo...

Caro lettore,

lo so che ormai quasi non ci contavi più, ma eccomi di nuovo qui... perché questo lungo silenzio? Tante ragioni, perlopiù pratiche, ma tutte riconducibili a due aspetti, non esaltanti, della mia personalità: la pigrizia e l'orgoglio. La pigrizia, perché nonostante chi mi conosce ritenga che io sia un uomo che si è sempre speso moltissimo nelle cose che fa, questo è raramente vero. Sono un uomo che ha la fortuna o il pregio di dare il meglio in rapide esplosioni di attività seguite e intervallate da lunghi periodi di stasi e ricarica. E quando non ho l'ispirazione creativa è inutile imporsi di scrivere perché tanto non se ne cava nulla di buono... o almeno nulla che io ritenga valido da comunicare... E qui entra in gioco l'altra caratteristica: l'orgoglio, la pretesa di fare o dire sempre cose "di valore", secondo i miei esigenti e caustici standard che raramente permettono flessioni in negativo. Per cui, se le riflessioni che ho iniziato e voglio comunicare non vengono fuori nel modo giusto tutto si ferma in attesa di poter stupire e "fare bella figura"...

... ma è ora di finirla con questi atteggiamenti! Questa è la vera riflessione che voglio comunicarti oggi, scrivendo di getto, senza riflettere e rileggere, così da impedire al mio superIo giudice implacabile di censurare la sincerità e l'onesta di questa autocritica, sempre un po' autocompiaciuta, ma almeno schietta e "senza veli"!

Perché se aspetto di avere cose eclatanti da dire, e di dirle col massimo dell'effetto, finisce che non scrivo più... perché la riflessione sulla "malattia del possesso" che avevo previsto due mesi fa come post successivo si vede che non posso ancora farla senza ipocrisie, perché di quella "malattia" sono affetto io per primo e non me la sento di "pontificare" su cose che ancora devo elaborare seriamente dentro di me, o forse mi piacerebbe "pontificare" (come piace a tanti, specie se pontefici di professione) ma un certo senso della decenza (o come dice qualcuno, il mio innato spirito etico...) riesce ancora a frenare tanta arroganza e tanto orgoglio...

Detto questo, senza allungare ancora il brodo, tanto quello che andava detto c'è già, passiamo ad altro, a quello che spontaneamente avrei voluto comunicare a te, che (inopinatamente) "perdi tempo" a leggermi, nei due mesi trascorsi, e che è rimasto nel limbo dell'inespressione nell'attesa della "bella riflessione" che per ora non ci sarà...

Avrei voluto parlarti di due libri, uno letto e uno in corso di lettura, che consiglio vivamente, specialmente il primo. Si tratta di Giro di Vento di Andrea De Carlo, ferocissima satira sulla società moderna e sulle relazioni sociali borghesi e perbene che vanno in crisi se messe a confronto con la perdita delle sicurezze che le moderne tecnologie hanno reso per tanti di noi "necessità dipendenti". Libro molto bello, di un autore che apprezzo sempre, e che ho divorato tutto in una notte per quanto mi ha coinvolto, vale davvero la pena...

Il secondo libro, che si sta rivelando invece una lettura difficile e frastagliata, addirittura svogliata a tratti, è Caos Calmo di Sandro Veronesi da cui è stato tratto il film con Nanni Moretti che ha fatto tanto parlare di sé solo per la scena di sesso anale tra lui e Isabella Ferrari, il che la dice lunga sulla permanenza della "fase anale" nella maturazione (o immaturità) affettiva e sessuale di tanti italiani. Il libro è scritto in modo che a me piace molto, ma i sentimenti, i pensieri, le emozioni che suscita mi stanno disturbando parecchio (il che penso sia un pregio) e rendono faticoso leggerlo, perché mi obbligano a riflettere di continuo (cosa che, come tutti, non sono sempre disposto a fare...). Ma sento che anche in questo caso ne vale la pena...

Libri a parte, ho anche due film da consigliare, anzi tre... Ho visto con grande commozione Lo spazio bianco di Francesca Comencini (in dvd, ormai non è più nei cinema) con una sempre più superlativa Margherita Buy. Storia intensa e delicata, coinvolgente, commovente, femminile, fragile e vera... non dico altro, va cercato e visto...

Poi con calma ho gustato, in lingua originale, Milk di Gus Van Sant con Sean Penn (Oscar per miglior attore lo scorso anno, il suo secondo riconoscimento finora) sulla vita (e la morte per omicidio) del primo consigliere apertamente gay eletto per una carica pubblica negli USA. A parte l'intensità del film e dell'interpretazione, va ricordato oggi che in Italia la Corte Costituzionale si pronuncia sull'incostituzionalità delle norme contro il riconoscimento delle coppie di fatto (tra cui, e non solo, le coppie omosessuali), sebbene, anzi proprio perché, questo pronunciamento corra il rischio di essere glissato da molti organi di "disinformazione" (perché tali sono il 95% dei tg e dei giornali in Italia...)

Terzo film, appena uscito nelle sale, il nuovo lavoro di Ferzan Ozpetek, Mine Vaganti, visto al cinema... carino, non oserei dire bello, specie se paragonato a opere precedenti come Le Fate Ignoranti, Cuore Sacro e Saturno Contro. Ozpetek cerca sempre di più di imitare Almodovar ma secondo me con sempre meno scarso successo. Dimostra però la capacità innegabile di prendere attori da fiction televisiva e renderli capaci e credibili sul grande schermo. Dopo aver nobilitato in film precedenti Gabriel Garko, Ambra Angiolini, Luca Argentero, stavolta ci riesce benissimo con Alessandro Preziosi e Daniele Pecci, ma anche con Lunetta Savino (che però aveva già pescato in Saturno Contro). Un po' meno con Riccardo Scamarcio (che a me non dispiace come attore ma qui è un po' pesce lesso, tipo Raoul Bova ne La finestra di fronte...)... Aiutato a completare la sua commedia frizzante da tre professionisti come Ennio Fantastichini, Elena Sofia Ricci (gustosissima zia alcolizzata e ninfomane) e una strabiliante Ilaria Occhini nel ruolo della nonna. Menzione d'onore per la freschezza, la bellezza e la misura di Nicole Grimaudo, per le musiche molto anni 70 tra cui la meravigliosa "Pensiero stupendo" di Patty Pravo (ma il testo è di Ivano Fossati, ricordiamolo). Un film da vedere, non vorrei che alcune critiche precedenti siano sembrate troppo dure, ma non il migliore di Ozpetek secondo i miei gusti... se la scelta della leggerezza è stata una sua decisione originale, ben venga il cambiamento di stile, se invece gli è stata richiesta dalla produzione e dal mercato, allora mi comincerei a preoccupare... In ogni caso una bella commedia che fa più ridere che riflettere, anche se qualche pensiero lo fa nascere...

A questo punto ti saluto, caro lettore, senza promettere niente sui prossimi interventi, ma sperando, che all'insegna della spontaneità meno ragionata, essi non siano lontani a venire...

12 gennaio 2010

LEGGERE E ASCOLTARE

Caro lettore,

nella Mansarda si ascolta musica, si riflette, ma si legge anche, letture "nuove" per giunta. Da un po' di tempo infatti mi sto aprendo ad autori mai affrontati, senza trascurare i vecchi che mi accompagnano da anni. Infatti, di recente mi sono lasciato coinvolgere da un autore italiano famoso, che sempre avevo evitato. Sto parlando di Andrea Camilleri e soprattutto del suo Commissario Montalbano. Non so perché finora avevo tralasciato i suoi libri, considerato che la fiction tv su Montalbano non è affatto male (nonostante io non bazzichi la tv da anni...) e che Luca Zingaretti è un ottimo attore. Ma pensavo che i "gialli" non sono il mio genere. Beh, di recente mi son dovuto ricredere, non tanto sui "gialli", ma su Camilleri di certo. I suoi libri, al di là dell'intreccio narrativo (prevedibile a volte) sono gustosi per la caratterizzazione dei personaggi, per il linguaggio, sicilianamente colorito, ma ancor di più per gli affondi di satira politica e sociale che Camilleri mette nel testo, spesso attraverso ragionamenti e riflessioni di Montalbano. Non c'è libro dei suoi (e ne ho letti tre in rapida successione, uno al giorno: La luna di carta, La pazienza del ragno, La vampa d'agosto) in cui non ci siano sacrosante riflessioni sulla situazione sociale della Sicilia in particolare e sull'Italia in generale, con riferimenti nemmeno troppo velati al "palazzinaro sceso in politica" (così lo definisce varie volte Montalbano) che sono sempre gustosissimi. Insomma una lettura frizzante, gradevole e letterariamente stimolante per i pensieri e i risvolti reali. Se, come me, lo avete snobbato, buttatevi su Camilleri e godetevi i suoi libri.

Una seconda "nuova" lettura la devo, come altre volte in passato, al regalo di una C(hi)ara amica (tu sai chi sei!) che mi ha donato un divertentissimo romanzo di Nick Hornby, autore anch'esso fuori dalle mie frequentazioni passate, "High Fidelity" (Alta fedeltà) da cui quel raffinato regista inglese che è Stephen Frears (Le relazioni pericolose, The Queen, Piccoli affari sporchi, ...) ha tratto nel 2000 uno strepitoso film (che invece avevo visto) con uno spumeggiante John Cusack (candidato al Golden Globe per questo ruolo), attore che si vede anche troppo poco al cinema di recente, accompagnato dalla simpaticissima sorella Joan Cusack (esperta in ruoli secondari ma sempre memorabili, pensate alla fidanzata di Kevin Kline in In and Out mollata sull'altare), dall'istrionico Jack Black, dalla bella Catherine Zeta-Jones e da una guest star come Tim Robbins. Insomma, se il libro, come spesso capita, è meglio del film, potete immaginare le risate...

Ma il titolo di oggi dice Leggere E Ascoltare, quindi cosa si ascolta nella Mansarda in questi giorni, mentre libri e film escono dagli scatoloni e migrano verso gli scaffali? Beh, un po' di tutto, la rilassante e originale musica dei Clannad, gruppo irlandese rock-celtico con la voce stupenda di Maire Brennan (la sorella maggiore, per età e bravura, di Enya) nei loro "Cran Ull" (1980) e "Magical Ring" (1983). Poi la soffice e calda voce di Sade in "Stronger than Pride" (1988) e la classe senza età di Annie Lennox in "Medusa" (1995). Senza trascurare gli italiani che mi restano nel cuore sempre: Claudio Baglioni con "Strada facendo" (1980, particolarmente adatto alla mia fase attuale... Voglio andar via...), Anna Oxa con "La mia corsa" (1984, Tornerai, dolce vento, celeste marea, spargeremo i colori dell'orchidea sopra le città...), i Matia Bazar di "Melanchòlia" (1985, Ti sento, la musica si muove appena...) e Alice col suo "Exit" (1998, con un'incursione imprevista di Morgan ne "L'immagine"). Magari non t'importa della musica che ascolto, ma così hai un'idea dell'atmosfera e puoi, se vuoi, provare a ricrearla...

In attesa di condividere nuove e più profonde riflessioni...

Un saluto da Robinton

6 gennaio 2010

La pace, la luce, la ragione, la violenza

Cosa hanno in comune queste quattro parole? Direi tanto, come mi sto accorgendo nelle riflessioni di questi giorni, aiutato dall’atmosfera della Mansarda, dal suo silenzio, imbiancato di fresco da chi ha pensato ad accogliermi. Perché abbiamo sentito parlare tanto di pace in questi giorni, e oggi il tema della luce riecheggiava, almeno nell’ambito della liturgia cristiana, e perciò mi sono cominciato a interrogare su cosa davvero rovina la pace tra gli uomini, cosa oscura la luce che è venuta a salvare ogni essere umano.
Ovviamente una delle risposte più facili da dare è che la violenza è il vero responsabile, ma violenza è una parola ambigua, che ha molti significati, alcuni sdoganati dall’uso, altri più reconditi. C’è la violenza fisica, verbale, psicologica, ideologica… qual è la violenza che genera il disastro? E da cosa nasce l’atteggiamento violento, o meglio cosa lo giustifica, lo razionalizza, lo rende accettabile e condivisibile, addirittura giusto agli occhi di chi lo attua?

Allora mi è venuta in soccorso la storia, proprio la storia che chi è credente in Cristo ricorda oggi… L’apertura dell’annuncio cristiano a tutte le genti non è avvenuta in modo indolore né a suo tempo, né oggi. Quando Pietro prima (timidamente) e Paolo poi (con la sua passione missionaria) hanno iniziato ad annunciare il Vangelo ai pagani (ai gentili come dice qualche traduzione italiana della Bibbia) sollevarono scandalo e trovarono l’opposizione della comunità di Gerusalemme (guidata da Giacomo, il “fratello del Signore”). Questo portò a un confronto nella Chiesa nascente, che ebbe una risoluzione ma anche degli strascichi successivi. Alla fine il Vangelo giunse ai pagani (a noi che non siamo discendenti di Abramo secondo la carne o secondo la Legge) ma non fu un percorso facile, come ci testimoniano i resoconti (un po’ addolciti) degli Atti degli Apostoli e le testimonianze (più agguerrite) di Paolo nelle sue Lettere (in particolare Galati, ma anche Romani). Oggi i credenti in Cristo celebrano questa gioia dell’apertura del Vangelo alle genti, rappresentata nella visita e nell’adorazione di Gesù da parte di questi sapienti (Magi) venuti dall’oriente, in cammino, in cerca di una verità, seguendo una luce, una stella. Sempre oggi vediamo però come sia difficile accettare che altre genti siano entrate nella comunione di fede cristiana e vi abbiano apportato le loro novità, o tentino di farlo, tra tanti impedimenti. Già, perché come nei primi tempi la componente giudaica del cristianesimo faceva difficoltà ad accettare l’ingresso dei pagani nella fede e voleva “normalizzarli” chiedendo loro di aderire alla Legge di Mosè, non gradendo le modifiche, gli sviluppi, le evoluzioni che la prassi di vita cristiana stava subendo a causa della loro inclusione, così oggi si manifestano difficoltà da parte dei “pagani di un tempo”, la cultura occidentale, ad accettare le novità che la fede cristiana dei popoli dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina producono e inducono alla prassi di vita cristiana, o anche ad accettare la novità che nuovi approcci vitali e teologici fanno sorgere nelle comunità ecclesiali, nel “popolo di Dio”, più sensibile, finalmente, alla voce delle donne, dei poveri, degli esclusi. L’errore si sta ripetendo, con gli “occidentali” al posto dei “giudaizzanti” e con tutti gli altri al posto dei “pagani”. Un errore destinato a essere superato dalla storia e dalla forza dello Spirito, come lo fu a suo tempo, alle origini della Chiesa.

E l’errore, che genera l’esclusione, che è violenza, è quello di pensare di “possedere” la salvezza, di “possedere” Dio o Cristo, che esso sia “nostro”, cioè di noi “occidentali” o “europei”. L’errore è quello di presumere di possedere la Verità, di “aver ragione”. Ecco la radice della violenza: aver ragione! O pensare, presumere, convincersi di averla… Lasciando ora in pace le comunità delle origini e i conflitti tra componenti giudaizzanti e pagane (non sia mai che questo venga letto come anti-semitismo) guardiamo a noi oggi. Si vede un’Europa che si sente “proprietaria” del cristianesimo, anche in Italia, specialmente di recente. Che lo considera un identificativo culturale irrinunciabile da “difendere” (l’eterna scusa della guerra, della violenza, è “difendere” qualcosa) contro l’invasione di altre popolazioni, religioni, sistemi di vita. Questo a livello politico… Ma a livello ecclesiale non va meglio, perché mentre si leva (qualche) voce in difesa degli immigrati e del rispetto della loro cultura e religione (nemmeno da tutto l’ambito ecclesiale, peraltro) si è poi sordi e ciechi di fronte alle diversità di altro tipo che bussano alla porta della fede. Vedi la Teologia della Liberazione e la Teologia India, frutti dell’America Latina e non solo. Vedi la Teologia Femminile (detta Femminista già per squalificarla) ma anche tutte le istanze ecumeniche e il dialogo interreligioso e con la cultura laica. E tutto a causa della presunzione (abbastanza infantile) di possedere la Verità, che per il credente è Cristo, ma che non può proprio per questo essere “posseduta”, bensì “cercata” (come fanno i Magi), amata e servita (come fa Paolo).

Così la ragione, l’aver ragione, diventa davvero focolaio di violenza, di guerra, distrugge la pace, oscura la luce. Si usa dire che “la ragione è dei fessi”, mentre invece “la ragione è dei violenti”. E io? Quante volte ho pensato, ho voluto “aver ragione”! Quante volte avrei voluto che gli altri approvassero, capissero, appoggiassero le mie scelte perché erano giuste, perché “avevo ragione”. E in questi giorni il problema si ripropone, perché in ogni rinascita, in ogni cambiamento c’è chi ha da dire la sua, chi capisce e chi approva, ma anche chi è perplesso e disapprova, come anche chi giudica e condanna. Beh, io stavolta “non voglio aver ragione”, voglio “fare la mia scelta”, che è quella della rinascita, della ridefinizione del ruolo e della vita. Che sia giusta o sbagliata, approvata o disapprovata, ma è la mia! Non è assoluta, non vale per tutti e non deve metter tutti d’accordo. Potrebbe anche essere sbagliata ma servirà comunque a crescere, a vivere e non sopravvivere. E credo, spero, voglio che questa scelta mi educhi a saper accettare “le scelte” degli altri, senza pretendere che “abbiano ragione” o presumere che “abbiano torto”. Perché come i Magi (che bel nome per un amante del fantasy come me, che nome “familiare”) voglio stare in cammino, in ricerca, voglio seguire le stelle, fare scoperte, provare meraviglia, stupore, emozione e non accontentarmi mai… Così forse costruirò un pezzetto di pace, di non violenza, perché stando in cammino, cercando la Verità senza poterla possedere, non potrò “aver ragione” ma solo fare “scelte” proprio per questo libere, anche sbagliate, e quindi davvero umane.

Un saluto da Robinton

3 gennaio 2010

OGNUNO

Caro lettore,

le parole che seguono sono il testo di una canzone che mi piace ascoltare spesso ma che da un po' di tempo era assente nella mia vita. Una canzone che nel 1992 mi ha emozionato tantissimo e nel 2000 ha accompagnato un momento di grande cambiamento. Ora nel 2010, nella Mansarda è ritornata a farsi sentire e a volersi far comunicare, almeno nelle parole se non nella melodia, per essermi accanto ancora una volta nella mia rinascita. Leggi, ascolta, immagina la melodia che tu vuoi, per essere io e te vicini...

OGNUNO

Ognuno ha un tavolo di situazioni
apparecchiate dalla vita
ognuno mangia i suoi momenti buoni
ogni speranza grande e ripulita
e beve sempre dalle sue emozioni
ognuno vede quello che ha davanti
la pioggia fitta e le schiarite
ognuno cresce in mezzo a tutti quanti
a volte è causa delle sue ferite
ognuno dice cose inutili e importanti

Ognuno è figlio di se stesso
ma non dimentica che è padre
dei giorni duri come un osso
di quella cesta di scemate
ognuno disfa e poi ricuce
ognuno parla e si traduce
ognuno spende più di tanto
ed è padrone poi di niente
ognuno quando è troppo solo
si mischia al cuore della gente

Ognuno ha un numero di confessioni
fantasmi stesi sotto il letto
le scottature delle delusioni
una certezza chiusa dentro il petto
ognuno ha un tempio di momenti vuoti
ognuno sbriciola le sue risate
come pannocchie di frumento
ognuno vive notti più agitate
notti di luna diventate argento
ognuno aspetta quando arriva la sua estate

Ognuno scivola sul tempo
anche se mette le radici
la vita soffia troppo vento
tra i boschi delle sue pendici
ognuno semina promesse
che son promesse di una guerra
ognuno cambia il suo destino
perché si illude di cambiarlo
io, come ognuno, stamattina
ho aperto gli occhi e comincia il ballo

(Testo di Fabrizio Berlincioni)

Un saluto da Robinton

2 gennaio 2010

Perché questo nome

Caro lettore,

forse sei un amico che viene a trovarmi o forse sei di passaggio e sei capitato qui per caso e magari ti stai chiedendo che senso ha questo titolo...

La Mansarda è il luogo dove mi son ritirato a rigenerarmi, a realizzare una rinascita spirituale, intellettuale, vitale. Il luogo in alto, come accenno nell'intestazione, da cui cambiare prospettiva e ripensare la vita. Un luogo di silenzio, di studio, di scrittura (spero), di meditazione.

Robinton invece è un personaggio di una saga fantasy che amo e che leggo. Un Maestro Arpista, che ricorda e trasmette la conoscenza tramite ballate e melodie, e mi piace pensare che sia proprio questo lo stile con cui animerò questo blog, come un arpista, un menestrello girovago, che attraverso le sue ballate conserva la conoscenza e non lascia che la memoria si perda, bensì rimanga e si moltiplichi e generi futuro.

Avrai notato, forse, che non c'è spazio per i commenti. Come ho detto La Mansarda è luogo di ritiro, non di discussione, scontro, polemica. Puoi leggere o puoi ignorarla, non è per ora aperta a tutte le voci, ma se mi conosci sai probabilmente già come contattarmi in privato e imbastire il dialogo con me e se vorrai farlo te ne sarò grato. Ma teniamoci ancora per un po' in disparte dal rumore a volte irritante del web e delle sue molteplici e anonime voci.

Un saluto da Robinton