26 marzo 2010

Raiperunanotte

Caro lettore,

non so se ieri notte eri uno dei tanti che, tramite satellite, tv locali, internet, in piazza o in altro modo ha potuto godere della trasmissione di Michele Santoro Raiperunanotte, sul tema della libertà di informazione in Italia. Se per caso avessi perso quest'occasione vai su YouTube e digita "raiperunanotte" e troverai già tutti i filmati che ti permetteranno di apprezzare questo segno che ancora in Italia c'è la voglia di pensare, sapere, ascoltare...

Personalmente ho apprezzato quasi tutto della trasmissione, in particolare gli interventi di Travaglio e del (mitico) Luttazzi! Il mio animo etnico-musicale si è sciolto per il ritorno di Teresa De Sio (cantautrice che ha pagato cara la sua scelta di rimanere legata ai centri sociali e alla musica non allineata, emarginata dalla stessa sinistra, ma sempre creativa...) e mi è piaciuto tanto anche Morgan (che solo ultimamente sto imparando ad apprezzare, per colpa di chi meglio non dirlo...) nonostante sia stato criticato da chi forse non sentiva bene o non voleva sentir bene quello che diceva...

Commovente l'intervento di Monicelli e divertente Benigni (che raramente trova la mia approvazione). Grande misura e serietà nell'intervento registrato della Gabanelli, troppa misura (rasente la codardia) in Giovanni Floris (nota stonata della trasmissione secondo me).

MA... c'è un grande ma... come mai nessuno ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e di evidenziare uno dei perché fondamentali dell'attuale, nonché storica, situazione dell'Italia nei confronti del potere politico? Solo una vignetta di Vauro ha toccato di sfuggita l'argomento: la responsabilità della gerarchia cattolica! La grave, terribile responsabilità, sottolineo!

Perchè se il popolo italiano non prende coscienza di questo, si potrà anche, prima o poi, liberare del despota di turno, come in passato, ma ne costruirà subito un altro. Perché la responsabilità della gerarchia cattolica (non della Chiesa, MAI della Chiesa, ma solo di chi si arroga il diritto di parlare a nome di essa) non è tanto, o soltanto, di appoggiare scelleratamente un "pataccaro" (espressione romanesca che significa "venditore di patacche", cioè "truffe") immorale, pluri-inquisito e affetto da delirio di onnipotenza, ma soprattutto di perpetuare un difetto psicologico che affligge la maggior parte della popolazione, cioè la tendenza alla sottomissione al "principio di autorità", specie se ammantato di "sacralità divina".

L'italiano medio, credente e non, di qualunque estrazione e censo, è afflitto da questo problema, che in passato asserviva anche spagnoli, irlandesi e altri... ma queste altre popolazioni sono riuscite ad emanciparsi, ad elaborare questa dipendenza psicologica, mentre in Italia si fa ancora fatica a farlo. Anche in ambiente dichiaratamente laico, di sinistra, progressista, non confessionale... Ieri sera se ne è avuta la prova. Nessuno ha collegato il "fenomeno" politico del momento con questa questione... si è scomodato Mussolini (a ragione secondo me) ma senza capire che dietro entrambi c'è stata e c'è la dipendenza psicologica collettiva dal "principio di autorità divina" che annulla la dignità personale, la responsabilità, la ragionevolezza e la solidarietà.

E allora l'unica cosa che mi sentivo di aggiungere alle tante cose belle e importanti dette ieri sera, è proprio questa, perché siamo ancora in pochi a "mettere il dito nella piaga". Solo che, se non saremo sempre in più a farlo, la "piaga" sembrerà rimarginarsi per qualche tempo, per poi riaprirsi di nuovo... sempre dolorosa e umiliante. Finché l'Italia non si libererà di questo "carcinoma maligno" che è la "gerarchia cattolica" e la sua pretesa di "autorità" auto-referenziale, non sarà mai un paese "libero, laico e democratico", né sarà mai una nazione dove vivere seriamente e comunitariamente la fede in Cristo e il Mistero di Salvezza che è la Chiesa!